FRANCESCO PAURA

Francesco Paura rappresenta, senza dubbio, un tassello importante dell’hip hop italiano. Nasce a Napoli nel 1976 ed inizia a scrivere le prime rime nel 1993; un paio di anni dopo fonda il supergruppo 13 Bastardi che lasceranno un segno profondo nell’hip hop italiano grazie a due dischi diventati cult “Troppo…” e “Persi Nella Giungla”.

Paura è una figura centrale della scena partenopea; non deve stupire, quindi, se ha avuto un ruolo fondamentale nella carriera di Clementino, partecipando a tutti i suoi album solisti e, nel 2009, fondando con lui i Videomind, assieme a Dj Tayone. Il loro album “Afterparty” ebbe una notevole risonanza nell’ambiente grazie anche alle collaborazioni con Patrick Benifei (Casino Royale / Bluebeaters) e Roy Paci.

Paura pubblica anche due album solisti di cui, in quanto artista estremamente completo, cura in prima persona sia le grafiche che i videoclip: “Octoplus” del 2006 e “Slowfood” del 2013, da cui è estratta la hit “Zombie” con il featuring di Clementino, e che contiene partecipazioni importanti come quella di Raiz degli Almamegretta, di Ghemon e Rocco Hunt.

Ora si prepara a pubblicare “Darkswing” il suo album più maturo; una ballata noir che parla di Italia e dei suoi difetti, una “nightvision” nelle tenebre di un paese in ginocchio. Liricalmente molto tecnico ed eloquente, Paura si distingue per la sua scorza dura, ma anche per il suo animo gentile, caratteristica che ricorda un altro personaggio Napoletano che negli anni l’ha ispirato molto; Bud Spencer. !

DARKSWING

Darkswing, il terzo album solista della carriera di Francesco Paura, una vera istituzione del rap napoletano, è un album dark come il titolo; una visione disillusa e per niente edulcorata della realtà di oggi, il racconto di un presente distopico sottolineato da una produzione curata ed impreziosito da synth scurissimi. Il disco, in copia fisica, si presenta con uno speciale digipack con grafiche curate dallo stesso artista: la prima traccia estratta parte da una frase famosa di Neffa ed I Messaggeri Della Dopa “Il Ritorno Del Guaglione”, un riferimento old school, con una produzione modernissima che supporta il wordplay intelligente del “guaglione napoletano” Paura intento a demolire la scena rap di oggi e le sue contraddizioni. Se il mondo del rap non è certo rosa e fiori, neanche il mondo reale lo è, e in “Un Mondo Difficile pt. 2” il rapper napoletano, per raccontarlo, si fa aiutare dal miglior Danno; il risultato è uno racconto lucido e tagliente dell’Italia ipocrita che ci circonda. Non è l’unico featuring di livello; Don Diegoh, Ensi e Kiave si scambiano il mic in “Amore”, Egreen porta l’hardcore in “Double Dragon”, mentre in “Nuoto Nel Flow” si riforma la coppia fortunata dei Videomind; Clementino distrugge la base con una strofa che parte dalla citazione della hit recente “I’m In Love With The Coco”.

Uno dei brani più belli di “Slowfood”, l’album precedente, era senz’altro “Drive”; Paura torna a calcare le stesse sonorità, questa volta aiutato da Ison, con “Overdrive”, un viaggio in automobile all’alba mentre la città si risveglia, il racconto insonne dal gusto crepuscolare che è, ovviamente, anche la descrizione di un viaggio dentro di sé.

Ci sono due momenti estremamente candidi all’interno del disco; “Sogno Loro”, la lettera ad un amico di gioventù con cui condivideva la passione per l’hip hop, e “Il Motivo”, con Greg Rega, la dedica di Paura a tutti gli amici che lo supportano, ovvero il vero motivo per cui fa musica: tra loro anche Stefano (Cuzzocrea), giovane giornalista musicale molto legato all’artista che purtroppo ci ha lasciato poche settimane fa. Una dedica postuma che lascia l’amaro in bocca, proprio come la realtà nera che permea il nuovo album di Francesco Paura. Darkswing sarà disponibile in copia fisica (Audioglobe) e nei migliori digital stores (Believe Digital) a Maggio 2015.

SLOWFOOD

Il rap è roba da ragazzini? Francesco Curci, noto come Francesco Paura, o semplicemente Paura, risponde con un secco “no” in formato 33 giri. “Slowfood” è un album alla vecchia maniera: un disco composto da canzoni che si legano tra loro in un tema personale.

Le tracce descrivono un percorso umano fatto di fumetti e videogames quanto di invettive sociopolitiche, radicazioni culturali, stati di coscienza e sofferenze del quotidiano. Ovviamente non manca la buona tavola, come il titolo suggerisce, in una sottile metafora che trova nella meditazione propria ai tempi slow la contrapposizione ad una società dominata dai fast food e da meteore che appaiano e scompaiono con la velocità dettata e suggerita da internet e dai file virulenti che hanno mandato in tilt il sistema. È importante fermarsi a riflettere e dare il giusto peso alle parole.

“Non si dica che con quest’ album Paura è tornato: io non me ne sono mai andato”, dichiara il rapper campano che in molti chiamano King Curci, noto come MC ed anche come artista eclettico. Difatti ha contribuito, oltre che alla crescita del rap, alla dimensione grafica del rock in Italia, firmando hit hip hop e le piattaforme web di gente come i Subsonica e i Linea 77.

Facile quindi che con lui ci sia un’orda di amici, tutti legati ad un concetto di tempo che ha una continuità col passato e si lega alla scansione della Gion propria allo spazio temporale dell’arte: dal poeta dell’hip hop italiano Ghemon al soul dalle intonazioni arabescanti di Raiz degli Almamegretta, fino ad esplorare le strade di quella Napoli che pare avere il suono di New York, tra le strofe magmatiche di Shaone e Cenzou, altri due grandi oldschooler partenopei. E non sono i soli ospiti, mancano all’appello MadBuddy e il giovanissimo Rocco Hunt.

Ovviamente non mancano neppure gli altri due terzi del progetto Videomind, ovvero Clementino e Tayone, che con Paura hanno il compito di far confinare rap e dance di ultima generazione, così come nel disco che li ha consacrati in terzetto tre anni fa.

L’orizzonte ritmico esplora tutto il perimetro dell’hip hop, dai classicismi della golden era fino alle moderne sembianze del trap, passando per dubstep e bass music. E se i produttori schierati, come Goldentrash dei Power Franchers, DJ 2P, Tayone con Blatta e Inesha, Ceri, Amon, Retro Hands,  ecc. , rispecchiano questa scelta poliedrica, il duo che vede lo stesso Paura in veste di beatmaker ed arrangiatore (The Jawas) assieme a Daniele Franzese conferma l’ormai raggiunta maturità musicale di Francesco Curci.

La linea narrativa ne è la riprova: una notte che parte dal tema onirico ed introspettivo  di Drive per arrivare poi, lentamente, tra storie di tutti i giorni e ragionamenti inconsueti, in crescendo, al clubbing più spinto. In mezzo ci sono la vita di un uomo e l’epopea dell’hip hop italiano, che procedono assieme, di pari passo, tanto sono indissolubili.

Il tutto disegna l’hip hop del nuovo millennio: c’è il blue note di Pensieri blu e l’uk garage da battaglia di Zombie. I momenti culminanti sono scanditi da una foto scattata al nostro mondo in crisi, per Apocalypse Now; e poi quella Non me ne frega che trasforma la nostalgia e l’intolleranza in una disillusione atta a costituire l’ennesimo step di un uomo maturo intento a fare i conti con la vita.

Un album adulto in sostanza.  Un disco del quale cibarsi lentamente. Dodici canzoni che nutrono il rap italiano, come, del resto, Paura ha sempre fatto. Perché cambiano i suoni e i pensieri, ma certi MC restano una certezza.