PAOLO PALOPOLI

Paolo Palopoli ha conseguito la laurea in Musica Jazz presso il Conservatorio di Napoli con la votazione 110 su 110 lode.
Ha registrato numerosi cd. Alcune di queste sono : “First Out” Palopoli & Sergio Paolo Forlani ( 2003) , ” Armodia Etnica ” Palopoli & Sergio Paolo Forlani ( 2008) , “Africa” ​​, con l’orchestra Jazz Ensemble (2008 ) ” Etnodie ” Palopoli & Sergio Paolo Forlani (2010 ), ” Painted Notes” Paolo Palopoli & Isabel Arbace ( 2014) , “Move the Joy” Paolo Palopoli e Valentina Ranalli ( Dea Musica ) ( 2014)
Ha suonato con Scott Hamilton , Tom Kirkpatrick , Tony Monaco , Joel Holmes, Wayne Tucker, Baba Sissoku , Don Moye , Sidi Bou Said, Paolo Innarella , Joe Amoruso , Giulio Martino , Faouzi Chekili .
Partecipazione a numerose mostre e festival , tra cui: ” Il Jaser du Jazz” , “L’Isola delle Muse ” , “Suoni e colori di Napoli” , “MUSIC FOR SMILE ” alla BCA ( Cairo, Egitto ) “suoni della solidarietà” al Cairo JAZZ CLUB ( CAIRO , Egitto) , Pomigliano Jazz , ” Jazz’n FALL ” Pescara Jazz “, la filosofia e Music Festival , ” Vela Jazz ” ,” Un’estate al Madre ” , ” Lioni Jazz ” , ” Il concerto dell ‘ Epifania” in onda sulla televisione italiana Rai 1 Jazz’e sulla terrazza , ANACAPRIFAMUSICA , Sorrento Jazz , BE- BOP E OLTRE . Ecc

PALOPOLI / FORLANI

Palopoli_Forlani

 

Il sodalizio musicale tra il chitarrista Paolo Palopoli e il pianista Sergio Forlani nasce nel 1998.

Entrambi appassionati della produzione della musica della Ecm dei primi anni ottanta, danno vita nel 2002 al loro primo disco “First Out”, un disco con dieci tracce di cui nove originali ed uno standard Jazz. Il disco è registrato in quintetto, oltre alla chitarra e al piano, si uniscono il sax di Emanuele Melisurgo, il basso di Massimo Mercogliano, la batteria di Domenico Benvenuto, come ospiti le percussioni di Otello Matacena e la Voce di Marco Miglio.

Dopo questo esordio discografico ricco delle sonorità che li avevano avvicinato, Paolo Palopoli e Sergio Forlani hanno una svolta Etno Jazz e producono due dischi Armodia Etnica ed Etnodie a cui prendono parte alcuni tra i più importanti musicisti del panorama partenopaeo, solo per citarne alcuni: Giulio Martino, Rocco di Maiolo e Paolo Licastro al Sax, Marco Sannini e Gianfranco Campagnoli alla Tromba, Carlo Lomanto, Angela Luglio e Annita Vigilante alla Voce, Giosi Cincotti alla Fisarmonica, Enrico Del Gaudio e Leonardo De Lorenzo alla Batteria, Marzouk Mejeri e Peppe Sannino alle Percussioni, Leonardo Massa al Violoncello ed Emiliano De Luca al Basso.

Grazie a questi due dischi, accolti calorosamente dal pubblico e dalla critica, vincitori anche del premio Terronian Festival per il brano Piedigrotta, partecipano a numerose trasmissioni tra cui il Concerto dell’Epifania trasmesso su Rai uno, Giovani del Sud, Nights etc.

Inoltre sono ospiti di numerose rassegne in Italia e non solo tra cui Pescara Jazz, Lioni Jazz, Sorrento jazz, Cairo Jazz (Egitto).

BACK ON THE GROUND

“Back on the ground” segna il ritorno alla collaborazione artistica tra Paolo Palopoli e Sergio Forlani dopo le comuni esperienze etno/jazz, in un contesto di genere jazz/fusion con svariati riferimenti stilistici che spaziano dalla forma song di matrice Yellowjackets arricchita però dalla sezione fiati di stampo Earth Wind & Fire (“On the ground” e “Funktown”), a quella tipicamente bensoniana anni 70/80 (“No claim”), al sound ECM fuso con il jazz tradizionale cantato e strumentale (“Oriente express”), ai suggestivi momenti intimisti sottoforma di ballad e slow bossa (“State of mind” e “Vintage”), fino ad arrivare al latin/blues irregolare di “Z Nation”, dal sound e dalle atmosfere squisitamente newyorchesi.

In sintesi, un ritorno alle origini dei due musicisti già avviatosi con i rispettivi recenti progetti solistici, “Sounds of New York” per Paolo Palopoli e “Non solo etno” per Sergio Forlani.

Al disco hanno preso parte alcuni tra i musicisti più importanti della scena jazzistica nazionale, tra cui Daniele Scannapieco al Sax e Gianfranco Campagnoli alla Tromba che insieme vantano numerose collaborazioni importanti. Solo per citarne un paio: Mario Biondi, Dee Dee Bridgewater. A questi si uniscono il trombone di Raffaele Carotenuto, docente al Conservatorio di Salerno e Rocco Di Maiolo, uno dei sassofonisti più dotati in Italia, che oltre alle numerose apparizioni televisive, ha suonato in tutte le rassegne più importanti del panorama italiano.

Alla voce la bravissima Emilia Zamuner, giovane, ma già affermata cantante jazz, vincitrice del Premio Massimo Urbani si è distinta per essere l’erede di Ella Fitzgerald.

Nella sessione registrazione sono coinvolti, oltre Salvatore Zannella alle percussioni, due ritmiche: la prima formata dal noto Aldo Vigorito al Contrabbasso ed Enrico Del Gaudio alla batteria, che hanno impreziosito il progetto con la loro grande esperienza e la seconda formata da Salvatore Ponte al Contrabbasso e Domenico Benvenuto che hanno dato grande energia al groove del disco.

MOVE THE JOY
Il disco contiene undici tracce in stile swing manistream e bebop.
Intro e outro sono un divertente estratto dalla colonna sonora de “Gli Aristogatti”: “Tutti quanti voglion fare jazz”. Sono presenti due brani originali in ¾ dal titolo “River Dance” (Daniele Gorgone con il testo di Valentina Ranalli) e “Sta vocca toja”(Giancarlo Ranalli e Valentina Ranalli).
Il tema del cartone animato è stato più volte utilizzato per evidenziare l’atmosfera ludica e giocosa di questo lavoro discografico e del carattere ironico dei componenti del gruppo che decidono di inserire la sigla dei Looney Tunes, come intro di “Joy Spring” o di fare una versione divertente del celebre brano “Orange colored sky”.
Tutti gli standard sono finemente riarrangiati in maniera molto originale; ad esempio la celebre waltz ballad “Emily” diventa una delicata Bossa nova, in “East of the Sun (and west of the moon)” un intro di solo guitar lascia spazio ad una travolgente ritmica samba, i colori gospel fanno da cornice a “Blues Walk”. “Funk in deep freeze”, invece, diventa un inno alla sensualità grazie al mood ed al testo appositamente scritto da Valentina Ranalli, sia sul tema che sulle note del famoso assolo di Chet Backer. Nei brani “Move” e “Perdido”, infine, si sottolinea il carattere be bop anche grazie alla presenza di un solista di eccezione il trombettista americano Tom Kirkpatrick.
PAINTED NOTES

Il progetto nasce dalla collaborazione della flautista americana Isabella Arbace con il chitarrista partenopeo Paolo Palopoli a cui si aggiunge successivamente la voce di Valentina Ranalli. I musicisti, di background completamente diversi, decidono di dare vita ad un progetto originale di brani inediti e di arrangiare in maniera del tutto innovativa lo standard jazz facendo confluire le personali storie musicali legate al jazz, alla musica classica, alla musica contemporanea ed al pop/rock. Prendono parte al progetto anche alcuni ospiti quali Elisabella Serio al piano, Leonardo Massa al violoncello ed Emiliano De Luca al basso. Gli artisti hanno messo in relazione vari stili puntando all’obiettivo comune che è la “Musica”.

Painted Notes è un dipinto in cui convivono sonorità eterogenee. Abbiamo fuso progressioni jazz a frasi melodiche barocche, come ad esempio in “All the Things you Are”, dove la geometria tipica di quelle sonorità lascia spazio allo swing manouche con finale a sorpresa, oppure miscelando un’introduzione della Partita di Bach per flauto a una samba brasiliana di Jobim dal titolo “Blach Orpheus”, è diventata “Bach Orpheus”.
Abbiamo fatto convivere un’ introduzione di flauto solista di Samuel Barber con “Central Park West” di John Coltrane. L’interludio del brano, invece, è stato intitolato “Dark Notes”, per esprimere sonorità altezzose e capricciose tra flauto e chitarra.
“Waves” descrive la bellezza del golfo di Napoli: imponente senza limiti di tempo, né barriere. Un suono nuovo che scaturisce da una città dalle antiche origini.
“Mirror waters” è una semplice e frizzante melodia che si arricchisce di armonie eleganti e di libere improvvisazioni. Il brano è dedicato al misterioso mondo degli oceani.
“Painted Lives” è una melodia con influenze bebop espresse dalla voce solista e dai loop di chitarra che si completano con un intervento a “schizzo” del delicato flauto.