GIGLIO

Sono nato in una famiglia di musicisti. Mia madre canta [per poco non faceva la corista a Pino Daniele in “Terra mia”]; mio padre è poli-strumentista [basso, chitarra e piano]. La musica appartiene alla mia esistenza.
Non so dire quando ho ascoltato per la prima volta un disco però posso dire che Pino Daniele e la sua crew stavano sempre a casa mia. Il mio amore per la bossa nova e per Caetano Veloso è iniziato a 10 anni; all’epoca sapevo già molta della musica di Veloso, dei Beatles, dei Pink Floyd, di Lucio Dalla di Battisti dei Fleetwood Mac. E tutti i vinili della mia famiglia li ho mangiati e digeriti più volte. Ancora oggi è così. Meno male!

Il mio progetto più duraturo è stato quello vissuto con i Gentlemen’s Agreement, band con cui ho realizzato 4 album:

1.Let Me Be A Child (Materia Principale Records)
2.Carcarà (Materia Principale Records)

3.Da…da…da quando ci sei tu EP (Suoni Visioni Records) 4.Apocalypse Town (Subcava Sonora, Sfera Cubica)
Con loro ho scritto sempre tutto, musica e parole. Abbiamo viaggiato tanto… ma davvero assaje.

Tre tour in Europa, toccando sempre la Francia, il Belgio e l’Olanda.

Abbiamo suonato in mille festival italiani di nicchia e non.
Consumato km, bruciato testate del furgone, aperto i concerti ad un mucchio di gente (anche a Prince a Budapest!!!), affrontato per ogni disco un genere diverso, ma non per insicurezza: semplicemente per curiosità.
Non ascolto mai le stesse cose: alcune mi rimangono impresse e faranno parte della mia formazione. Altre si sedimentano/spariscono e caso mai riaffiorano. O lo faranno in futuro. Ogni disco ha quasi sempre avuto una serie di letture precedenti. Carcarà è stato generato da “Verità Tropicale” di Caetano Veloso. “Apocalypse Town” da un saggio sociologico sul collasso della civiltà industriale. “Da…da…da uando ci sei tu” è una parentesi full of love che ho vissuto in Salento dopo una fase pesante della mia vita.
Insomma. Ognuno è ciò che ascolta ma anche ciò che vive ma anche ciò che mangia!

Oggi sono io, GIGLIO. Di nome e di arte.

Mamma Quartieri

Primavera 2016.
Una volta, all’inizio di settembre del 2014, ero disteso sul letto, al buio, a CasaGiardino [una splendida casa nei Quartieri Spagnoli con 250 metri quadri di giardino e 50 alberi da frutta], quando un disco volante schizzò fuori dal lettore vinili e mi colpì dritto in mezzo agli occhi!
Era Roberto Murolo che cantava, in una sua raccolta, canzoni di Libero Bovio! È nata subito la voglia di approfondire [lo conoscevo già ovviamente]. M’interessava e m’interessa approfondire una cultura che sta sotto casa mia e della quale io faccio parte. È un DOVERE! Cantare in lingua napoletana ci identifica maggiormente. Fuori dai confini nazionali siamo napoletani e non semplicemente italiani. Non è campanilismo. Se si leggono libri su libri a riguardo della nostra tradizione letteraria legata alla musica, libri sui vari autori, musicisti e cafè chantant, facilmente si può capire quanto in noi sia radicata la melodia e quanto gli altri generi e influssi siano passati attraverso il nostro modo di essere, originando altri stili. Tutto in una chiave sempre originale. Tutto questo, laddove abito! È ‘na furtuna! Ho letto e riletto tantissime cose, studiando etimologicamente le parole. La grammatica [difficilissima]. La letteratura [Malacqua pure]. Ho preso quindi la decisone di affidarmi a questo flusso antico e prezioso che è la canzone napoletana. Ma sono in un presente e voglio essere attuale. Allora ho imbracciato l’unica mia chitarra (Gretch del ‘78) e ho scritto, scritto e scritto e incominciato a cantare in lingua napoletana!
Il mio primo disco da solista è stato registrato nei mesi di novembre/dicembre 2015 all’Apogeo Records, all’interno della Basilica di San Severo a Capodimonte [Rione Sanità] tra le cui panche e navate il signor Totò fece il chirichetto. Tutto il disco è stato registrato in presa diretta sfruttando l’acustica eterea del luogo. Il fonico è Rosario Acunto, che ha studiato per bene le varie sonorità delle sale, raggiungendo un buon compromesso tra riverberi naturali, auree sante e bambini ch’ alluccavan’ fuori le mura della chiesa [potete sentire le loro voci nel disco]. I testi in lingua sono stati corretti assieme al maestro Salvatore Palomba, il poeta e paroliere di grandi successi di Sergio Bruni. Carmela e Amaro è ‘o bbene le sapete, eh. L’etichetta discografica è la Full Heads di Luciano Chirico. Inoltre con la collaborazione del regista Francesco Corbisiero, presto vedranno luce molti teaser e uno short documentary che spiegheranno la realizzazione del disco, la sua diffusione in giro per il Sud Italia e i backstage del video clip della prima canzone: “Figli’ ‘e Ddio”. Questo brano ha suscitato l’interesse dell’associazione AFAN [Associazione femminelle antiche napoletane]. Cira Cascina è protagonista del videoclip ambientato nei Quartieri Spagnoli dal regista Corbisiero. L’artwork del disco è stato realizzato da Federica Ferrara.
Inoltre, la vita ti riserva sempre delle sorprese e improvvisamente mi sono trovato catapultato in una realtà a me molto cara, il teatro. Con lo spettacolo “Dignità autonome di prostituzione” ho recitato/cantato girando teatri e location importanti: Cinecittà, l’Ambra Jovinelli di Roma, il teatro Paisiello di Lecce, il teatro Bellini di Napoli.

Qui, ho eseguito il singolo “Figli’ ‘e Ddio” mischiandolo con la scenografia burlesque del format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna.